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Branciaroli e 'Il caso Kaufmann' al Parioli: "Il mondo odia gli ebrei da 2.000 anni"

L'attore feticcio di Tinto Brass: "L'erotismo e la pornografia non sono colpevoli per le violenze sulle donne, anzi insegnano a fare sesso..."

Franco Branciaroli (al centro della foto) protagonista del
Franco Branciaroli (al centro della foto) protagonista del "Caso Kaufmann" al teatro Parioli di Roma
25 ottobre 2023 | 17.05
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A oltre 80 anni dalla folle accusa di "inquinamento razziale" che contrassegna il caso Kaufmann, l'anziano ebreo accusato di intrattenere rapporti sessuali con una giovane ariana nella Germania nazista, siamo ancora alle prese con l'antisemitismo e in generale con il razzismo: ma la Storia non doveva essere maestra di vita? "La Storia continua a essere sempre maestra di vita, solo che lo è soltanto per chi l'ha vissuta... - risponde, intervistato dalla AdnKronos, Franco Branciaroli, impegnato al teatro Parioli di Roma fino a domenica con 'Il caso Kaufmann' tratto dal racconto di Giovanni Grasso - Purtroppo, l'odio esiste da sempre nell'uomo e fra i popoli e questo nostro mondo è chiaramente un mondo antisemita, un sentimento di odio verso gli ebrei che dura da duemila anni e non è stato inventato da Hitler e dal nazismo. Nessuna 'razza', termine che in realtà non andrebbe mai usato, ha avuto questo tormento, secolo dopo secolo".

Spiega a questo proposito Branciaroli: "Difficilmente gli insegnamenti della Storia sono comunicabili attraverso i libri; per chi non ha vissuto in prima persona certi fatti, valgono molto di più le testimonianze dirette dei nonni e dei padri: ma poi, anche loro muoiono e con essi quel che la Storia poteva insegnare alle generazioni successive, perché si perde la percezione delle sofferenze che la Storia ha inflitto. Ecco perché le guerre si ripetono, continuamente - osserva con riferimento all'attuale conflitto tra Israele e Hamas e al perdurare della guerra in Ucraina dopo l'invasione russa - Io sono nato nel 1947, nel dopoguerra, ma avevo mio nonno e mio padre che mi raccontavano l'odore della polvere da sparo che respiravano; ma i miei figli non sentono queste sensazioni perché io non posso più trasferirle a loro".

Per passare dai combattimenti sanguinosi delle guerre a quelli incruenti e artistici fra registi e attori, quanto l'attore Branciaroli lotta con i suoi registi in scena o sul set, che sono andati da Luca Ronconi a Tinto Brass passando per Carmelo Bene e oggi Piero Maccarinelli, che del teatro Parioli è direttore artistico? "Come attore non lotto mai - assicura - il mio atteggiamento verso un regista è di obbedienza assoluta, lui mi dice quello che vuole e io mi impegno a farlo al meglio, anche perché nessun regista può insegnarti a recitare, può solo indicare la direzione in cui andare".

Anche la fede, per Branciaroli, "è autentica solo se è un combattimento continuo, che può restare irrisolto fino al punto di morte". Quanto alla morale, "non c'è più, i valori etici sono scomparsi e con loro qualsiasi punto di riferimento: questo non è relativismo ma è pluralismo delle verità che a loro volta non sono più immutabili ma cangianti. E tutto ciò è affascinante". Morale a parte, l'erotismo artistico o più volgarmente la pornografia possono in qualche modo essere chiamati in causa rispetto all'aumento delle violenze sulle donne, il cui corpo viene ancora considerato un oggetto da chi le commette? "No, direi proprio di no - risponde sicuro Branciaroli, attore 'feticcio' di Brass - Il sesso lieto non porta mai violenza. Anzi, l'erotismo e persino la pornografia possono avere il merito di insegnare a fare sesso...".

(di Enzo Bonaiuto)

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