Parità di genere, quanto pesa il fattore economico?
Non si può che partire dai dati anche per parlare della parità di genere. E i dati dicono tanto, anche se non tutto. Ne isoliamo due, piuttosto recenti: le donne occupate sono il 40% sul totale di chi lavora in Italia a fronte dell’ormai consolidato 60% maschile (dati Inapp); le dimissioni presentate da donne nei primi tre anni di vita del figlio sono state nel 2022 61.391, con un aumento del 17,1% rispetto al 2021 (dati Ispettorato del lavoro). Da qui, da un ingombrante fattore economico, deve avere origine un dibattito sano sulla natalità, ovvero sulle ragioni per cui si fanno sempre meno figli, e, di conseguenza, sul progressivo e inesorabile invecchiamento della popolazione.
Allargando lo sguardo, il fattore economico assume anche una chiara connotazione sociale e culturale. Perché la prima risposta a questi dati va cercata nei servizi che mancano e nelle politiche che potrebbero provare a invertire la rotta. Sono il lavoro e il welfare i convitati di pietra di qualsiasi discorso che chiami in causa la parità di genere e la natalità. Questo, sia guardando alla dimensione pubblica sia guardando alla dimensione privata. Deve fare di più il decisore politico, Governo e Parlamento, e possono fare di più e meglio le imprese, i datori di lavoro, con una visione più lungimirante sull’impiego delle risorse umane e sul welfare aziendale.
Le soluzioni ai problemi ci sono e gli strumenti per attuarle anche. Vanno compresi, elaborati, potenziati. Soprattutto migliorando il dialogo tra pubblico e privato, includendo di più una fascia di imprese medie e piccole finora sostanzialmente tagliate fuori, agendo in maniera capillare sul territorio e facendo circolare le idee, insieme ai progetti che funzionano.
Non è possibile ribaltare bruscamente un trend ultradecennale ma è possibile iniziare a muoversi per migliorare le condizioni in cui matura, o sempre più spesso non matura, la decisione di fare un figlio. Non solo. Una reale parità di genere è ovviamente un obiettivo che deve perseguire la società nel suo complesso, a prescindere dal tema natalità. Perché l’autonomia e l’indipendenza economica sono le basi per qualsiasi progetto di vita. E perché un sistema economico che tratta allo stesso modo uomini e donne, e che insieme all’istruzione è capace anche di investire sull’educazione finanziaria, ha molte più probabilità di rafforzare la sua competitività e la sua sostenibilità nel tempo.
Sono, tutti questi, temi che affronta l’evento organizzato dall’Adnkronos per il progetto Demografica, al Palazzo dell’Informazione il 13 dicembre.
Qui il programma e il link per la diretta streaming.
(Di Fabio Insenga)
